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lunedì 19 novembre 2012

Dati territoriali italiani: dove sono e come li posso usare? Ce lo dice RNDT

Qualche settimana fa parlavo dei dati liberi e dei Linked Open Data Geografici.
Torno sul tema perché mercoledì scorso l'Agenzia per l'Italia Digitale (gestione ex DigitPA) ha pubblicato la nuova versione di un documento che merita secondo me tanta attenzione: le Linee Guida per realizzare l'Interoperabilità Semantica dei dati liberi in Italia.

Questo documento, come indicato a pag.21, è scritto per:
"...tutte le amministrazioni [...] nonché a tutti i gestori di servizi pubblici e ai soggetti che perseguono finalità di pubblico interesse [...] e tutte quelle figure professionali, sia dei soggetti prima citati sia di quelli esterni a loro supporto, in possesso di competenze tecnico-informatiche e competenze specifiche relative ai dati (ad esempio, direttori dei sistemi informativi delle pubbliche amministrazioni, tecnici di fornitori qualificati e consulenti tecnici)".

Perché? Perché oggi si parla tanto di open data, ma questo lavoro, frutto dello sforzo collaborativo di tante persone in gamba, spiega come fare opendata in Italia. Sono linee guida, appunto: suggerimenti sulle licenze d'uso, sulla metodologia da seguire e sull'importanza dei Linked Open Data.
Lasciatemelo dire, secondo me è una lettura obbligatoria per chi opera nel nostro settore.
Linked Open Data: Linee Guida per l'Interoperabilità Semantica

Molta importanza in questo documento è giustamente dedicata ai dati territoriali del nostro Paese (fa piacere notare che a pag. 34 un nostro progetto è citato come una delle poche esperienze di rilievo in Italia che mira a rendere accessibili dati e metadati geografici come Linked Open Data) e qui veniamo al RNDT, che di questi dati ci dice se esistono, chi ce li ha, se e come li possiamo usare.

Il Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali serve ad "agevolare la pubblicità dei dati di interesse generale, disponibili presso le pubbliche amministrazioni a livello nazionale, regionale e locale".
In buona sostanza il Repertorio è un catalogo che ci permette di ricercare e scoprire quali dati territoriali sono disponibili in Italia, e se esistono i relativi servizi.

Un aspetto che è ancora molto sottovalutato è che il Repertorio rappresenta il registro pubblico di tali dati, e perciò la presenza del relativo metadato nel catalogo RNDT certifica l'esistenza del dato.

Inoltre il RNDT offre, agli enti che registrano nel catalogo i propri dati, la possibilità di indicare, attraverso gli appositi metadati sui vincoli di accesso ai dati, la disponibilità degli stessi come dati liberi (Open Data) o meglio ancora come dati liberi e collegati (Linked Open Data).

Che significa questo? Che in Italia non abbiamo bisogno di inventarci l'acqua calda e creare nuovi portali per i dati geografici liberi: esiste già il Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali!!!

Altre iniziative in corso che vanno in questa direzione (penso ad esempio a datiopen.it) sono meritorie perché servono a promuovere la cultura degli open data anche geografici. Penso al tempo stesso che una risorsa importante ed ufficiale come il Repertorio vada assolutamente valorizzata e sfruttata appieno.

E' sufficiente che le Amministrazioni italiane facciano il proprio dovere, visto che è previsto per legge, aggiornando il Repertorio con le informazioni relative ai propri dati, specificando chiaramente il tipo di licenza d'uso ad essi associata, e fornendo i riferimenti sui relativi servizi.

Perciò, se mi stai leggendo e svolgi le tue attività in una Pubblica Amministrazione, aiutaci ad arricchire il Catalogo dei Dati Territoriali Italiani! Il tuo Ente si deve accreditare presso il Repertorio e poi trasmettere i metadati come spiegato qui.
E ricordati di indicare la licenza d'uso dei tuoi dati!



Questo blog inserisce oggi nella sua homepage il link del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali (RNDT). Assieme agli altri blogger italiani del nostro settore, desidero che RNDT entri a fare parte della “cassetta degli attrezzi” di ogni operatore della geomatica e, in prospettiva, di ogni cittadino italiano. 
Aderiscono a questa iniziativa: 

martedì 30 ottobre 2012

E' formazione gratuita, bellezza.

Abbiamo iniziato quest'estate con il nostro primo Webinar, che è nato come una scommessa; poi c'abbiamo preso gusto ed abbiamo continuato con il seminario on-line sugli open data geografici.

Adesso facciamo le cose per bene, ed ecco a voi il calendario completo dei GeoXperience Webinar. Ogni Webinar non vuol essere un semplice seminario on-line, ma piuttosto una tavola rotonda in cui il nostro moderatore interagisce con gli esperti del settore, per condividere non solo conoscenza ma anche risorse tecniche, documenti e software.


Il prossimo appuntamento è oggi a mezzogiorno, quando Mario Marangi assieme ai colleghi di Intergraph Italia discuterà delle novità della versione 2013 dell'intera suite software Intergraph - ERDAS. Scopriremo in che modo Intergraph, dopo la fusione con ERDAS, si propone come provider di tecnologie geospaziali integrate, capaci di coniugare GIS, Telerilevamento e Fotogrammetria insieme a soluzioni specifiche per il data management e l'implementazione di Infrastrutture di Dati Territoriali.
Se mentre leggi non sono ancora le 12,00 puoi seguirlo cliccando qui


La prossima settimana invece, lunedì 5 novembre, Claudio La Mantia approfondirà i contenuti del decreto sulle ortoimmagini. E si, perché non tutti sanno che oggi in Italia esiste una legge che dice come devono essere prodotte, documentate e scambiate le ortofoto digitali. Dice anche cosa sono le ortoimmagini (art.1 comma 2.h): "ortofoto digitale: prodotto proveniente da procedure di raddrizzamento di immagini telerilevate da piattaforma aerea o satellitare".

Questa legge è stata emanata un anno fa, ed è il D.M. 10.11.2011, che recepisce le linee guida già definite dal Comitato per le Regole Tecniche sui Dati Territoriali, e le fa diventare una legge dello Stato.
Il Comitato, come previsto dal regolamento che definisce come deve funzionare (DM 2 maggio 2006, n.237), si è avvalso di DigitPA (oggi Agenzia per l'Italia Digitale) per le attività di segreteria tecnica e di supporto tecnico-scientifico.

Perciò al Webinar di lunedì prossimo abbiamo invitato Gabriele Ciasullo dell'Agenzia per l'Italia Digitale, per raccontarci la storia di questo decreto e come si è arrivati alla sua emanazione; e poi, per darci il punto di vista scientifico sul tema, spiegare quali sono le problematiche da prendere in considerazione ed in che modo questo Decreto le affronta, abbiamo invitato i componenti del gruppo di lavoro che ha redatto le specifiche tecniche. Hanno accettato tutti, manifestando una disponibilità ed un interesse che mi ha fatto molto piacere e mi ha convinto ulteriormente di quanto sia importante organizzare momenti di confronto di questo tipo.
Il gruppo di lavoro era costituito da Sergio Dequal, coordinatore del gruppo) e Andrea Maria Lingua, del Politecnico di Torino; da Maria Antonia Brovelli del Politecnico di
Milano, Polo Regionale di Como; da Mattia Crespi, dell'Università la Sapienza; e da Francesco Cilloccu, della Regione Autonoma della Sardegna, che era referente del Centro Interregionale di Coordinamento e
Documentazione per le Informazioni Territoriali. 

Il Webinar di lunedì prossimo (come tutti gli altri che seguiranno, nelle nostre intenzioni!) rappresenta quindi un'occasione imperdibile per informarsi e formarsi. E' un'opportunità anche per interagire con le persone che hanno seguito dal principio l'iter di produzione di questa norma e con chi ogni giorno ci lavora, chiedere chiarimenti, togliersi curiosità o fare delle osservazioni che magari potranno aprire un dibattito.

Vi aspetto, non mancate.

giovedì 4 ottobre 2012

I dati geografici liberi ed i Geoportali

Si parla tanto di Open Data e naturalmente il mio interesse è rivolto principalmente a quella tipologia di dati liberi cui sono particolarmente affezionato, gli Open Data Geografici.

Qualche mese fa mi sono iscritto all'associazione OpenGeoData Italia e ne sto seguendo con interesse le iniziative, apprezzando il lavoro che Giovanni Biallo svolge per "stimolare" i referenti degli enti pubblici che producono cartografia a liberare i propri dati. Ho voluto supportare l'associazione perché secondo me serve a gettare oggi le basi per creare le opportunità di domani.

Siccome non siamo qui a smacchiare i leopardi, infatti, ci siamo già dati da fare su questo tema, preparandoci a quanto accadrà nel prossimo futuro, quando saranno finalmente numerosi gli enti che avranno liberalizzato l'uso dei dati.

I dati, e più in generale l'informazione geografica condivisa dalle Infrastrutture di Dati Territoriali (IDT), infatti, possono arricchire il patrimonio che i cataloghi di Open Data rendono accessibile.
Ne parlavo alla conferenza AMFM la scorsa settimana: sempre più spesso ormai vediamo amministrazioni regionali, provinciali o altri enti che mettono a disposizione contemporaneamente Geoportale e Portale di Dati Open.

Il primo, il Geoportale, serve a rendere accessibile l'informazione territoriale che è essenziale per contestualizzare tantissime altre informazioni. Prendiamo l'ultimo portale pubblicato, quello dei dati liberi del Comune di Milano: mentre scrivo gli ultimi dati resi disponibili sono quelli relativi alle zone a traffico limitato, quelli delle linee e delle fermate della metropolitana. Non è un caso: i dati più scaricati statisticamente in questi portali di dati liberi sono sempre quelli di tipo geografico.

Il secondo, il Portale di Dati Open, rappresenta un punto d'accesso alle informazioni che l'Ente mette a disposizione che ha una portata ed un potenziale decisamente più ampi, perché non limitata ai soli addetti ai lavori.

Che succede però: che se c'è un dato territoriale con una licenza d'uso che ne libera l'utilizzo, io voglio poterlo trovare in entrambi i posti: nel geoportale e nel catalogo degli open data dell'ente, e voglio essere certo che sia lo stesso dato, senza il rischio di trovarlo aggiornato solo da una parte o dall'altra.
Per evitare duplicazioni e problemi di disallineamento, ecco che vengono in nostro soccorso i servizi: poiché la stragrande maggioranza dei Geoportali oggi sono stati educati da INSPIRE a ragionare in una logica SOA, orientata ai servizi, è sufficiente che un webservice conforme agli standard definiti dall'OGC, erogato dal mio Geoportale, si preoccupi di aggiornare periodicamente le informazioni territoriali contenute nel Portale dei Dati Open.
Così si fa contenta INSPIRE, che dal 2007 si sgola predicando che il dato dev'essere manutenuto ed aggiornato là dove viene prodotto, e si semplifica la vita al cittadino che saprà di trovare in forma di open data un'informazione sempre aggiornata.

Vogliamo però fare un ulteriore passo avanti?

Non è così complicato, dài. Una volta che mi sono scaricato l'informazione delle linee della Metro di Milano, devo sapere come usarla. Devo avere un software GIS, probabilmente, se voglio incrociare queste informazioni con quelle relative alle zone a traffico limitato ed altre, per capire fin dove posso spingermi con la macchina prima di parcheggiarla e proseguire con la metro.E quest'analisi la devo fare manualmente.

Evidentemente, quel dato, quando va bene, è un dato soltanto a 3 stelle. 

Il numero di stelle, nella classificazione di Tim Berners-Lee, va da 1 a 5. Qui questo concetto è spiegato molto bene. 
Se quel dato fosse a 5 stelle, e quindi oltre ad essere libero ed accessibile via Web fosse anche strutturato, in un formato standard e aperto come il RDF (si, lo so che non è un formato vero e proprio, ma è per capirci), e contenesse i collegamenti ad altri dati, ecco che sarebbe un bel Linked Open Data, geografico, insomma: un GeoLOD

I collegamenti che vogliamo trovare nei LOD sono quelli che ci permettono di "saltare" da un dataset all'altro.Questo approccio al Web Semantico, che mira a rendere le informazioni utilizzabili mediante interrogazioni ed interpretazioni automatiche, è spiegato molto bene su linkedopendata.it. In sostanza, se i nostri dati geografici sono disponibili come Linked Open Data, possiamo far si che vengano elaborati automaticamente da una macchina (ad esempio uno smartphone) senza bisogno di intervenire manualmente. 

Introdurre la dimensione semantica nei dati geografici, passando da OpenData a Linked Open Data, crea quindi un enorme valore aggiunto determinato dalla possibilità di collegare l'informazione territoriale, che è spesso essenziale a definire il contesto di altri dati, alle innumerevoli informazioni esistenti nella "nuvola" dei Linked Open Data ("LOD Cloud").

A questo punto devo fare un esempio per capirci definitivamente (chi ha seguito qualche mio intervento recente lo conosce già).

Cosa posso fare con gli strati relativi ai layer degli Edifici e delle Strade di un Database Topografico in formato Linked Open Data? Se riesco a far parlare queste informazioni con i dati relativi alla posizione del sole nei vari giorni dell'anno, e riesco ad incrociarle con le informazioni sul traffico e la disponibilità di posti auto, posso realizzare un piccolo sogno: creare l'APP per smartphone che mi dica dove parcheggiare la mia macchina affinché, quando la andrò a riprendere ...si trovi all'ombra.

Capito?

Non sono io che faccio complesse analisi spaziali: le fa lo smartphone, incrociando dati ed informazioni, elaborandole automaticamente, collegandosi a dataset ed archivi sparsi in giro per il Web, ecc. Sfruttando i Linked Open Data.

Perché ciò sia realizzabile, bisogna naturalmente lavorare sulla semantica dei dati. Definire le ontologie, trovare un "vocabolario" comune. Questo è un bel lavoro che qualcuno ha già iniziato a fare, ed al quale nei prossimi anni dovremo contribuire.

Nel frattempo chi volesse approfondire il tema può seguire i seminari on-line che il mio amico Alfredo sta tenendo sul tema dei Linked Open Data Geografici.

La prima parte del webinar ""I geoportali e gli open data geografici si è già tenuta e si può rivedere qui. La seconda parte si terrà il prossimo martedì 16 ottobre alle 12,00 e si approfondirà il tema "I Linked Open Data, le metodologie". Per iscriverti clicca qui

Qui sotto invece ci sono le slides che ho usato durante il mio intervento su questo tema, durante la conferenza AMFM della scorsa settimana.

mercoledì 27 giugno 2012

INSPIRE: Istanbul chiama...FIRENZE!!

È terminata poche ore fa la conferenza INSPIRE 2012 di Istanbul. Ha avuto un’altissima partecipazione: basti pensare che stamattina il lettore elettronico all’ingresso dichiarava 1436 badge complessivamente emessi. Non male, davvero, ed è importante sottolineare che la partecipazione non è stata soltanto europea. Questa era infatti la prima conferenza INSPIRE organizzata in un paese non UE, la Turchia, e al di là dei significati politici della scelta, va osservato che nei corridoi della conferenza c’erano diverse persone provenienti dai paesi dell’ex blocco sovietico, oltre ai vari ospiti extra UE. Mi è sembrato di cogliere, negli interventi dei relatori non europei e dalle chiacchiere di corridoio, una grande ammirazione da parte del resto del mondo per ciò che l’Europa sta facendo con l’iniziativa INSPIRE, costruendo un modello di integrazione delle informazioni territoriali e di cooperazione a cui per esempio i paesi latino americani guardano con estremo interesse.

Rispetto all’anno scorso ad Edinburgo ho notato chiaramente la maggiore attenzione che, sui temi trattati durante la conferenza, è stata dedicata ai trending topics del momento: i linked data innanzitutto, substrato tecnologico su cui si basa tutta la questione relativa agli open data ed al web semantico applicato ai dati geografici. Un’intera sessione per esempio è stata dedicata alle ontologie.

Molto si è discusso dell’inquadramento di INSPIRE nell’ambito del programma SEIS della UE, e ciò è sacrosanto perché uno dei limiti di INSPIRE a mio parere è stato quello d’essere vista come un’iniziativa a sé stante, dietro la spinta tecnologica legata all’uso degli standard ed allo sviluppo delle IDT, mentre dev’essere assolutamente inquadrata nelle politiche più ampie della Comunità Europea, dal SEIS alla direttiva WFD (altro tema cui è stato dedicato ampio spazio). Proprio del SEIS si è parlato molto durante la Conferenza, con grande enfasi per la condivisione ed il riuso dell’informazione ambientale. Suggerisco come sempre di dare un’occhiata al topic #INSPIREistanbul2012 su Twitter per farsi un’idea di quali siano stati gli argomenti più “caldi”.

Come sempre in queste conferenze con tante sessioni parallele è difficile scegliere cosa seguire, perché nonostante la scelta di organizzare i workshop nei due giorni precedenti l’inizio della conferenza vera e propria (sabato e domenica scorsi?!), le relazioni spaziavano tra contenuti di alto profilo ed altri dal taglio molto tecnico. La mia sensazione è che, affinché si possa realizzare tutto il potenziale di INSPIRE, questo processo debba mettere molto più al centro i cittadini, la gente comune. Riuscire ad erogare benefici tangibili ai cittadini, interpretarne le esigenze e soddisfarle, in modo da trasformare quello che è stato finora un processo a cascata, deciso dall’alto ed imposto agli Stati Membri, in un’iniziativa che porti dei risultati concreti a beneficio degli utenti, spostando il focus dalla fornitura di informazioni alla domanda, che va privilegiata e messa in primo piano perché è quella che, se ascoltata e soddisfatta, può fare da traino a tutta l'iniziativa e decretarne il successo.

I benefici possono essere i più vari, dal risparmio di spesa al migliore accesso alle informazioni ad esempio. Come si fa? Enfatizzando i risultati concreti che possono derivare da INSPIRE, diffondendo casi studio e guide pratiche alla creazione di benefici per i cittadini.

Credo che questo sia uno degli aspetti su cui più dobbiamo impegnarci nel prossimo futuro. Abbiamo un’infinità di occasioni, dall’appuntamento più vicino di Bologna del prossimo Venerdì 6 luglio, passando per tutti gli eventi dell’autunno (Conferenza AMFM, SmartCity Exibition ed ASITA) fino a traguardarci alla prossima conferenza INSPIRE che, udite udite: si terrà a FIRENZE!!!

L’annuncio è di oggi, con il simbolico passaggio di testimone avvenuto nelle mani di Carlo Cipolloni di ISPRA (rappresentante del Contact Point Nazionale):

Giugno, INSPIRE 2013, Firenze (Italia). 

Una buona notizia, che naturalmente renderà i prossimi mesi molto movimentati per tutti noi..

giovedì 14 giugno 2012

Impariamo ad usare le immagini satellitari WorldView-2 in ERDAS

Qualche mese fa mi è arrivata un'email dai colleghi tedeschi della European Space Imaging che diceva:
Dear Massimo,

at our upcoming user Conference in June we intend to have one presentation or session on how to process WorldView-2 data. [...]

Since a lot of our customers use ERDAS we thought that it would be interesting to demonstrate the processing examples in ERDAS.
Since Planetek is a joint reseller of ERDAS and EUSI’s WorldView data plus experienced in processing the 8 bands in various application project, I wanted to ask you if you could do such a demo/presentation.
Ovviamente ho accettato :)

Giovedì 20 giugno quindi il mio amico Claudio La Mantia ed io saremo a Monaco di Baviera per la seconda “WorldView Global Alliance User Conference”. Per saperne di più basta leggere qui.


Claudio terrà un Workshop dal titolo “Image Processing of WorldView data using ERDAS”, durante il quale mostrerà trucchi e scorciatoie per utilizzare al meglio i dati acquisiti dal satellite WorldView-2, superare le problematiche legate alla dimensione delle immagini ed alla creazione e gestione di mosaici di immagini multispettrali. Insomma metterà a disposizione degli utenti tutta la sua esperienza nella gestione di immagini satellitari.
Claudio infatti lavora in Planetek da più di dieci anni, ed ha coordinato già nel 2005 le attività di produzione del mosaico ortocorretto di immagini satellitari Ikonos acquisite sulla Regione Sardegna (le vedete qua sotto), con Francesco Cilloccu direttore dei lavori e Mattia Crespi collaudatore: guardacaso entrambi autori delle linee guida di DigitPA per la realizzazione delle ortoimmagini che poi sono state recepite dal recente D.M. 10.11.2011 "Regole tecniche per la formazione, la documentazione e lo scambio di ortofoto digitali alla scalal nominale 1:10000" che quindi definisce oggi per legge come devono essere prodotte, documentate e distribuite le ortofoto.









lunedì 4 giugno 2012

Come si valuta un Geoportale

AMFM ha lanciato anche quest’anno il premio per i Geoportali. Qui il Bando, e la scadenza per manifestare l'interesse a partecipare è il 30 giugno.

In una chiacchierata recente con la bravissima Monica Sebillo, professoressa di Sistemi Informativi Territoriali all’Università di Salerno e presidente della giuria che valuta i geoportali, abbiamo provato a fare un po’ il punto della situazione, provando ad elencare i fattori chiave che determinano il successo di un Geoportale.

Come cantava Emilio Solfrizzi nell’indimenticato spot di addestramento del suo piccolo alla malavita, “…la tecnologia avanza assai”. Anche nel nostro settore questo ha comportato notevoli migliorie in termini di funzionalità dei geoportali e di accessibilità. Per dirne una, anche noi abbiamo smesso da anni di usare il plug-in per la lettura degli ECW nei browser, perché rendiamo accessibili i grandi mosaici di ortofoto o immagini satellitari in formato ECW direttamente come servizi WMS o WMTS.

Al tempo stesso ci sono ancora vaste aree di miglioramento, che riguardano soprattutto:
  • l’accessibilità dei portali (laddove l’accessibilità è intesa come usabilità in generale ma anche come accessibilità da parte, per esempio, degli ipovedenti); 
  • l’aggiornamento dei dati, che naturalmente è un’ovvia conseguenza della difficoltà per i gestori dei geoportali di aggiornare gli stessi), 
  • il multilinguismo che spesso è carente, e questa non è affatto una sorpresa.
    (che soddisfazione però quando l’altro giorno a Rabat, presentando il geoportale dell’Emilia Romagna al Ministero dell’Agricoltura del Marocco, dovo aver digitato l’URL ci è apparsa immediatamente l’interfaccia in inglese del geoportale stesso, che aveva riconosciuto la chiamata proveniente da un indirizzo IP non italiano!) 
  • l’eterno problema della carenza di metadati, relativi o ai dati o ai servizi web
  • last but not least, come dicono gli inglesi, l’assenza di informazioni sulla ilicenza d’uso collegata ai dati. Mi aspetto tuttavia che nel prossimo futuro il grosso fermento che ruota attorno al tema degli #opendata e dei Dati Geografici Aperti porti ad una maggiore sensibilità ed attenzione rispetto a questo aspetto così importante per la valorizzazione dell’informazione geografica. 
A differenza degli scorsi anni, l’organizzazione del Premio prevede che possano partecipare nuovamente gli enti o i soggetti che abbiano già partecipato negli scorsi anni. Questo perché, a distanza di tempo, possano essere apprezzate le migliorie ed innovazioni che gli enti, anno per anno, apportano ai propri strumenti di diffusione delle informazioni geografiche .

Un esempio di Scheda di Valutazione
utilizzata dalla Giuria
Il mio personale suggerimento, che si voglia partecipare o no al premio, è di tenere sempre ben presente quali sono i criteri di valutazione utilizzati dalla commissione, perché possono essere degnamente utilizzati anche come criteri generali per l’autovalutazione e l'analisi critica del proprio sistema.
Sono esattamente gli stessi criteri che tormentano i miei amici Mauro ed Alfredo quando dirigono gli sviluppi sui Geoportali che ci vengono affidati.

mercoledì 30 maggio 2012

Mappe di densità... dell'attenzione verso INSPIRE

Rovistando sul sito ufficiale di INSPIRE  ho trovato le mappe di densità delle SDIC e delle LMO in Europa. 


Le SDIC sono "Comunità di interesse per i dati geospaziali"; le LMO sono "Organizzazioni con un mandato legale". 
Una SDIC quindi è fatta da soggetti di vario tipo, per i quali INSPIRE non comporta nessun obbligo, ma che decidono di registrarsi come SDIC perché vogliono contribuire al successo dell'iniziativa o sfruttarne le opportunità. Come? Mettendo a disposizione risorse sottoforma di persone con certe competenze, oppure impegnandosi a partecipare alle riunioni o ai gruppi di lavoro... o semplicemente chiedendo di essere "tenuti presente" in qualche modo. 
Esempio in Italia? INTESA GISCPSG, SINAnet, una certa Planetek Italia.


LMO invece sono autorità pubbliche come Regioni, Ministeri ed Enti per i quali da INSPIRE derivano obblighi a livello normativo. Esempio: Regione Piemonte, Ministero dell'Ambiente, ISPRA, DigitPA


La registrazione sul portale INSPIRE è volontaria e sempre aperta, quindi sta alla sensibilità dell'Ente o della Comunità farsi riconoscere come LMO o SDIC da INSPIRE. I vantaggi sono ovvi: stare nel loop, essere aggiornati e coinvolti, contribuire, ottenere in cambio tutti i vantaggi competitivi che derivano dallo "stare sul pezzo" piuttosto che inseguire gli eventi.

Allora le mappe di densità sono queste:


Si nota subito che in Italia, alla data in cui scrivo, a fronte di neanche una dozzina di LMO, si sono già registrate quasi 60 SDIC.

Se il numero di SDIC è generalmente superiore a quello delle LMO a livello europeo, come si nota nel grafico sotto, ciò che balza all'occhio è che l'Italia è ai primi posti a livello europeo per l'attenzione nei confronti di INSPIRE da parte di gruppi eterogenei di lavoro, aziende ed altre comunità (siamo secondi solo agli inglesi); mentre c'è sicuramente una scarsa partecipazione da parte degli Enti nazionali che dovrebbero guardare con cura a INSPIRE, non solo come un'opportunità, ma anche soltanto per le ricadute a livello istituzionale e giuridico che questa comporta. Ce lo siamo detti più volte, parlando di quanto l'Italia sia stata poco presente nei gruppi di lavoro che per esempio hanno prodotto le specifiche sui modelli dei dati.



Chissà che questa riflessione non possa servire a richiamare l'attenzione su questo tema così importante per chi si occupa di informazione geografica.
Un po' di sano patriottismo, e che diamine! E adesso forza, tutti a registrarsi come LMO! :)

mercoledì 23 maggio 2012

L'importanza degli Open Data Geografici

La settimana scorsa ho partecipato al Forum PA a Roma ed ho fatto una full immersion nel mondo degli open data. Ho seguito con interesse le presentazioni del Formez e quelle del CSI Piemonte che hanno raccontato le proprie esperienze ed approfittato per "evangelizzare" il pubblico del Forum PA.

C'è stata anche una sessione curata da Giovanni Biallo (qui il PDF ed il Video) in cui si è parlato degli open GEO data. Peccato per il poco tempo che gli hanno concesso, perché i contenuti presentati da Biallo erano molto interessanti, a conferma che l'associazione OpenGeoData Italia sta facendo un ottimo lavoro, provando a indicare una direzione che gli enti pubblici italiani possano seguire, per esempio applicando le licenze d'uso creative commons senza inventarsi strane cose nuove, ed intervenendo puntualmente per segnalare incongruenze ed opportunità di miglioramento.
Le incongruenze si manifestano inevitabilmente quando, in questo momento di entusiasmo in cui tanti stanno partendo con iniziative legate agli open data, enti diversi finiscono per pubblicare gli stessi dati con condizioni di utilizzo diverse.
Tutti buoni motivi per supportare l'iniziativa di OpenGeoData Italia.

Non ho poi potuto fare a meno di notare come, in tutte le presentazioni fatte da gente che normalmente non ha niente a che fare con il mondo dell'informazione territoriale e della geomatica, l'attenzione riservata ai dati territoriali sia sempre alta. Per curiosità, dopo aver notato che sul sito americano Data.gov i geodati erano quelli con il più alto numero di download, mi sono fatto un giro sui siti italiani che pubblicano dati aperti ed ho avuto conferma che i dati territoriali, quando sono resi disponibili con licenze d'uso aperte, sono tra i più scaricati in assoluto. Ciò può sembrare un'ovvietà, perché il dato geografico può servire da riferimento per spalmarci sopra qualsiasi informazione di tipo statistico (pensate ai risultati elettorali). Per chi opera nel nostro settore però quest'osservazione deve far riflettere sulla domanda di dati aperti che evidentemente è fortemente presente a livello nazionale, pur se in maniera "latente", e di conseguenza alle grosse opportunità che da ciò possono scaturire per le aziende ed i professionisti che operano nel nostro settore.

In Planetek abbiamo avviato da tempo una riflessione su questo tema, anche a livello tecnologico. Mentre l'associazione OpenGeoData Italia si sgola affinché i dati vengano liberati dagli enti pubblici, noi lavoriamo per far si che, una volta resi disponibili questi dati con licenze di tipo open, si possano utilizzare al meglio e diventino quindi dati "a cinque stelle", secondo il paradigma di Tim Berners-Lee.

Con Sara Latte della Regione Emilia-Romagna abbiamo quindi presentato il lavoro che stiamo portando avanti, assieme agli amici e colleghi di Sinergis, affinché i dati territoriali di una IDT vengano convertiti in Linked Open Data Geografici e diventino quindi direttamente utilizzabili da applicazioni informatiche senza bisogno di interventi "umani", esprimendo così tutto il loro valore. Mi piace sottolineare che la soluzione che ci siamo inventati risolve anche i problemi legati al disallineamento tra portali di dati aperti e geoportali (come quelli citati da Biallo nella sua keynote) perché, essendo basata sui webservices standard OGC, assicura ad esempio che i dati territoriali che io trovo sul portale Dati.Emilia-Romagna.it siano esattamente gli stessi che trovo nel Geoportale dell'Emilia-Romagna, (senza duplicazioni, in coerenza con le logiche di INSPIRE) ma con in più la possibilità di usarli non solo come semplici dati (per esempio come shape file) ma anche come Linked Open Data Geografici.

Verso i Linked Open Data Geografici - Forum PA 2012

sabato 5 maggio 2012

se GeoEye compra DigitalGlobe


La cosiddetta breaking news per gli operatori del settore: GeoEye vuole comprare DigitalGlobe.

Annunciata ieri ufficialmente, la notizia della proposta d’acquisto (che era nell’aria già da un po’) ha subito fatto scalpore e provocato sussulti in borsa, per il momento positivi.

 La fusione tra le due società potrebbe dar vita alla più grande costellazione al mondo di satelliti commerciali ad altissima risoluzione. Già oggi se ne conterebbero cinque, tutti con risoluzione spaziale inferiore ad un metro, tra Ikonos, QuickBird, WorldView-1, GeoEye-1 e WorldView-2.
In attesa dei nuovi GeoEye-2 e WorldView-3, già annunciati, con l’altissima risoluzione spaziale, sempre più informazione spettrale e capacità di acquisizione sempre maggiore.

 Mi auguro di poter ospitare presto un commento di Giovanni Sylos Labini a questa notizia, da gran conoscitore del mercato aerospaziale mondiale qual è il mio CEO. Nel frattempo mi sembra ovvio pensare che questa prossima fusione si possa inquadrare nel contesto delle grosse aggregazioni industriali che stiamo osservando in questi ultimi tempi. Sul blog di Planetek abbiamo già parlato di Hexagon che, già proprietaria di Leica Geosystems ed ERDAS, con l’acquisizione di Intergraph ha creato una corrazzata senza pari nel mercato geospaziale, della quale siamo orgogliosi d’essere partner. Ma basti pensare anche a ciò che sta facendo Trimble, che l’altro giorno ha acquisito anche SketchUp da Google.

Certamente questa scelta è stata spinta dalla riduzione dei budget della difesa americana, che di questi operatori satellitari è il più grosso cliente e finanziatore. Vedendo a rischio il programma Enhanced View, che per GeoEye e DigitalGlobe rappresenta una principale fonte di entrate, era opportuno correre ai ripari. Scongiurando anche i rischi derivanti dalla progressiva ma costante riduzione dei prezzi dei dati che ormai, nell’altissima risoluzione, avendo raggiunto caratteristiche abbastanza equivalenti, sono diventati delle commodities per le quali diventa sempre più difficile trovare elementi caratterizzanti, spostando così la competizione commerciale quasi esclusivamente sul fattore prezzo.

Sarà interessante scoprire quali ricadute questa operazione avrà sul mercato globale dell’osservazione della Terra.

== Aggiornamento del 7 maggio 2012 ==


Tempestiva è giunta la replica del CEO di DigitalGlobe, Jeffrey R. Tarr, che scrivendo al CEO di GeoEye Matthew M. O’Connell respinge la proposta di acquisto con un fermo "ringrazio, rifiuto e vado avanti", come nel gioco dei pacchi. A questo punto, contrariamente a quanto sembrava trapelare dalle comunicazioni pubblicate dalla GeoEye, dubito che vedremo molto presto una fusione tra i due grandi operatori.
Jeff Tarr ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, come potete leggere dal testo integrale della lettera che riporto di seguito. Sono curioso di vedere cosa succederà ai titoli delle due società questo pomeriggio, quando riapriranno i listini.

May 6, 2012

Dear Matt:
We are writing in response to GeoEye’s unsolicited conditional “public offer” to acquire DigitalGlobe made in your letter dated May 4, 2012.
Our board of directors has met, has carefully considered your proposal and has concluded that GeoEye’s proposal is not in the best interests of DigitalGlobe and its shareholders. Accordingly, DigitalGlobe rejects your offer. Given the abruptness of your “public offer” and our past discussions, we believe you made your hostile bid in desperation due to well-publicized concerns about potential government decisions that may jeopardize your portion of the EnhancedView program.

We believe you initiated discussions with us with your unsolicited highly conditional private offer on February 7, 2012 because you were concerned about a disproportionate risk of budget cuts affecting GeoEye.
We believe you have mischaracterized subsequent discussions in your May 4 letter as well as during your Friday investor call. In fact, we believe your public description of such discussions in your May 4 letter is materially misleading and incomplete.

Moreover, before we terminated discussions of a potential combination to await the government’s funding decision, the proposed transaction we were discussing contemplated that DigitalGlobe would designate a majority of the Board and that DigitalGlobe’s shareholders would own a substantial majority of the surviving company. Your May 4 letter fails to mention that we proposed to acquire GeoEye in an all-stock transaction on March 2, 2012 and reaffirmed the same offer on April 13, 2012, whereby:
  • DigitalGlobe’s shareholders would own 60% and GeoEye’s shareholders would own 40% of the combined company;
  • DigitalGlobe would control a majority of the Board; and
  • DigitalGlobe’s Chairman and CEO would continue in their respective leadership roles of the combined company.
This structure would maximize value to both sets of shareholders and customers. Furthermore, we believe our proposed structure more accurately reflects the value of DigitalGlobe and recognizes:
  • The strength of DigitalGlobe’s constellation of three healthy on-orbit high resolution satellites;
  • DigitalGlobe’s differentiated capabilities, which allow us to deliver vastly more imagery to the National Geospatial Intelligence Agency (“NGA”) than GeoEye, both in total and per-taxpayer dollar, generating significant value for the government and taxpayers;
  • DigitalGlobe’s superior current collection and delivery capabilities, which enable it alone to provide substantially all of what NGA is currently receiving from both companies under EnhancedView at substantially lower cost;
  • The superior performance of DigitalGlobe on the EnhancedView program as indicated by the repeated, large holdbacks you have incurred against your Service Level Agreement (“SLA”) — which we believe may indicate significant shortfalls in performance against NGA’s requirements; and
  • DigitalGlobe’s dramatically higher organic growth as evidenced by our 1Q 2012 revenue growth rate of 12%, compared to only 3% for GeoEye.
Despite the superior benefits to both of our shareholders and customers from our proposal to acquire GeoEye, you rejected our offer both in March and again in April. At that point, recognizing that the federal government was finalizing its budget process, we felt that we should terminate discussions and withdraw our offer.
We expected the budget process outcome would be favorable to DigitalGlobe and its shareholders and believed that protracted discussions between our companies at that time would be disruptive to the U.S. government in its decision-making process as well as create needless distraction to ongoing mission performance.
Therefore, we were surprised by your most recent unsolicited “public offer” given GeoEye’s continued government funding uncertainty. You even acknowledged in your Form 10-Q filing on May 4, 2012 that “management foresees continued uncertainty” regarding funding of your cost share payments beyond the amount to which the NGA is currently obligated.
Based on your cost share disclosure, May 4, 2012 earnings call and unsolicited bid, we are concerned about your overall EnhancedView program funding.

In response to your hostile “public offer,” on May 4, 2012, in our May 5, 2012 letter to you we again reiterated our interest in an acquisition of GeoEye on the terms substantially similar to those we previously offered to you.
Unfortunately, in discussions between counsel on May 5, 2012, you again rejected our proposal.
We continue to believe there are merits to a potential acquisition of GeoEye, but at this time, we also believe that it is in the best interests of DigitalGlobe’s principal constituencies, including our shareholders and all of our customers, to await the conclusion of the government budget decision process and to gain clarity with respect to EnhancedView funding.
When the government reaches its decision, DigitalGlobe will consider whether to make a proposal to acquire GeoEye.
(fonte: DigitalGlobe)

mercoledì 4 aprile 2012

Opportunità di lavoro in Planetek Italia

C'è quest'azienda, Planetek Italia, a Bari, in cui è insopportabile lavorare.

Un posto in cui, siccome si consumavano migliaia di cialde di plastica all'anno, è stata adottata una macchinetta che trita istantaneamente il caffè. Dove tutti si ostinano ad usare tazzine di vetro o di porcellana per non consumare quelle comodissime tazzine di plastica. Dove non esistono le bustine di zucchero, perché "è meglio usare la zuccheriera". Dove quando si rompe la macchinetta del caffè, sei costretto a camminare a piedi per quasi cinque minuti, esposto al vento di maestrale ed agli schizzi delle onde, per raggiungere il bar sul mare o nel porticciolo turistico più vicino.

Un posto dove c'è un direttore tecnico che è il terrore dei provider di telefonia, e poi uno che vorrebbe costruire i satelliti e pure i razzi per mandarli in orbita, un altro che dovrebbe piuttosto fare il pizzaiolo, e persino l'amministratore delegato con la fissa per la vela ed il design.

Un posto in cui manca quella sana rivalità e competizione tra le persone che ti fa camminare ogni giorno con le spalle al muro. Dove nascono e si moltiplicano continuamente oscuri gruppi di danzatori di balli latino americani, di giocatori di pallavolo o di calcetto. Dove, più volte al mese, qualcuno attenta alla salute dei colleghi propinando dolci, prodotti tipici locali, ed altre pericolose sostanze ingrassanti.

In questo inquietante posto, ci sono attualmente due posizioni aperte.

  • JUNIOR SOFTWARE ENGINEER
    Planetek Italia is looking for a JUNIOR SOFTWARE ENGINEER, which - as part of projects aimed at developing the company core business – should contribute to design and implement spatial data infrastructures. The ideal candidate is aged less than 30 years, holds a bachelor degree in computer science, or software engineering or electronics engineering, with a good and demonstrated experience in software engineering, a good knowledge of Object Oriented Programming - preferably in Java development environment - IT tecnologies and, in particular, experience in web services (SOAP, RESTful, etc.) & web technologies such as HTML, CSS, Javascript (JQuery), AJAX, JSON, XML, Web 2.0.
    Preferential titles will be a previous experience in the field of GIS. A necessary condition is also the mastery of English. The profile is completed by seriousness and reliability, excellent analytical and problem solving skills, excellent organizational skills, strong ability to work in teams and for objectives; proactivity.
    The contract applied will be aligned with the candidate's profile.
    Location of Work: Bari
    The research is aimed at people of both sexes (L.903/77)
    Send your resume to selezione(dot)junior(@)planetek(dot)it - ref. "Junior Software Engineer"
  • SENIOR SOFTWARE ENGINEER
    Planetek Italia is looking for a SENIOR SOFTWARE ENGINEER, which - as part of projects aimed at developing the company core business – will have to design and guide the implementation of SOA based spatial data infrastructures. The ideal candidate is aged less than 45 years, with an excellent and demonstrated experience - of at least 4 years - in system architecture and integration, a wide knowledge of IT tecnologies and in particular of:
    - Object Oriented Programming, preferably in Java development environment;
    - Design & Implementation of SOA;
    - UML;
    - Web tecnologies.
    Preferential title will be a previous experience in the field of GIS and/or SDI. A necessary condition is also the excellent mastery of English. The profile is completed by seriousness and reliability, excellent analytical and problem solving skills, excellent organizational skills, strong ability to work in teams and for objectives; proactivity. The contract applied will be aligned with the candidate's profile.
    Location of Work: Bari
    The research is aimed at people of both sexes (L.903/77)
    Send your resume to: selezione(dot)senior(@)planetek(dot)it - ref. "Senior Software Engineer"

mercoledì 14 marzo 2012

INSPIRE: allacciare le cinture di sicurezza...

...e prepararsi all'atterraggio.
Oggi si tiene a Roma il workshop organizzato da ISPRA ed AMFM che ho annunciato qualche giorno fa.
La segreteria organizzativa, per l'occasione, ha messo a disposizione  in un'area dedicata sul sito di AMFM un discreto numero di documenti tecnici, utili da consultare per poter partecipare in maniera attiva al workshop, che prevede diversi momenti di discussione e confronto durante la giornata. In particolare si possono visionare le bozze di alcune data specifications (Geologia, Copertura del Suolo, Uso del Suolo, Zone a rischio naturale) che, salvo grossi imprevisti, dovrebbero diventare ufficiali entro l'estate con l'emanazione delle relative implementing rules da parte della Commissione Europea, ed anche i documenti prodotti dagli Enti che in Italia hanno partecipato al processo di valutazione e test delle data specification nei mesi scorsi.
(ho già parlato su questo blog delle data specifications di INSPIRE e delle opportunità che ne derivano)

Da qui puoi seguire la discussione su Twitter con l'hashtag #inspirati.



Aggiornamento post-evento (18 marzo 2012)
Mi sembra doveroso segnalare lo straordinario lavoro fatto dal mio amico Pietro Blu Giandonato, apparso sul blog Tanto, che ha saputo raccontare in maniera originale i passaggi salienti del workshop di mercoledì scorso, raccogliendo ed ordinando i tweet e proponendo una selezione delle più rappresentative slide dei relatori.

lunedì 20 febbraio 2012

INSPIRE: prepararsi all’atterraggio

Organizzato da ISPRA ed AMFM, il prossimo 14 marzo si terrà a Roma un workshop dal titolo inequivocabile: "INSPIRE: prepararsi all’atterraggio".

Brevemente, i temi che saranno affrontati in questo incontro :
  • le azioni concrete di interazione con INSPIRE, avvenute o in corso in questo periodo, da parte di regioni, comuni, ISPRA e altri (partecipazione al testing sui modelli dati e sull'armonizzazione dei dati, risposte al monitoring...): costruzione di un quadro e evidenziazione dei problemi incontrati; 
  • le tappe future, nell'immediato e nei prossimi due anni, essendo previsto entro fine 2014 l’adeguamento dei modelli dati di tutti i nuovi datasets geografici prodotti alle specifiche di INSPIRE nel frattempo diventate cogenti.

giovedì 9 febbraio 2012

Cos'è l'OGC, in 2 minuti

Uomini e donne di diverse nazionalità che ci raccontano cos'è l'Open Geospatial Consortium, e lo fanno spiegandolo quasi parola per parola in questo video.



Bella la definizione iniziale dell'OGC, che non riesco a tradurre in italiano: peolpe working together to help computers communicate about where.

Tanto per ricordarci che se i computer oggi ci aiutano a fare tante cose, è perché dietro c'è il lavoro di tante persone che hanno spiegato a quei computer come rendersi utili.

mercoledì 25 gennaio 2012

Analisi SWOT di un Geoportale

Nel corso del mio lavoro, sempre tanto vario e movimentato, mi sono imbattuto recentemente nella necessità di supportare un cliente nelle attività di promozione e lancio del proprio geoportale.
Le persone che dovevano occuparsi del piano di comunicazione del geoportale stesso ci hanno chiesto di aiutarli a farne l'analisi SWOT, e così ci siamo dedicati a questo curioso esercizio.
Per chi non ha dimestichezza con questo strumento, che è da sempre un utile supporto all'avvio di una qualsiasi attività, faccio un esempio facile facile.

Mettiamo che il mio amico Mauro voglia uscire con una bella ragazza: per raggiungere il suo obiettivo, come chiunque altro, pur inconsciamente, farà un'analisi SWOT.
Innanzitutto metterà in fila i suoi punti di forza e di debolezza: è gentile, prestante, e fa ridere (tralasciamo il perché); tuttavia è anche stempiato, è un ingegnere e veste male. Questi sono fattori su cui Mauro ha il controllo, e sono fattori interni su cui può far leva per conquistare la tipa: enfatizzare i suoi punti di forza, e cercare di ridurre al minimo le debolezze (con un bel cappello, un po' di pragmatismo in meno ed un po' di cura in più nell'abbigliamento. Basterà?).
Vediamo poi le opportunità e le minacce: questi sono fattori esterni, su cui non si può avere controllo, ma che non bisogna sottovalutare: la tipa è single, stasera non dovrebbe avere impegni e le previsioni dicono che non pioverà; c'è il rischio tuttavia che lo sciopero dei benzinai lasci questa bella ragazza a piedi, o che il suo vicino decida di esercitarsi alla batteria per tutto il pomeriggio causandole una terribile emicrania, o addirittura che Mauro non riesca a recuperare in tempo la macchina che ha lasciato dal meccanico.
L'analisi SWOT ci suggerisce di trasformare tutte queste minacce in opportunità: Mauro dovrà quindi chiamare il meccanico per tempo, per assicurarsi di ottenere la macchina entro quel pomeriggio; potrà quindi dimostrare tutta la sua galanteria andando a prendere la ragazza al lavoro ed offrendole un bell'aperitivo che sortirà un duplice risultato: la sottrarrà al tormento del vicino importuno e darà a Mauro l'opportunità, finalmente, di giocarsi le sue carte.

(Mauro, non ci deludere)

Fatta questa premessa, vogliamo provare a vedere cosa è venuto fuori dalla nostra analisi SWOT, applicata stavolta ad un bel portale geografico?



Analisi SWOT di un Geoportale
Punti di Forza Punti di Debolezza
Opportunità Minacce

Punti di forza di un Geoportale

Partiamo quindi con la nostra Analisi SWOT di un Geoportale analizzando i più comuni punti di forza di tali sistemi.

  • Gli utenti riconoscono ed apprezzano immediatamante la ricchezza di contenuti, non solo di carattere geospaziale, offerti dal GeoPortale.
  • L'accuratezza dei dati pubblicati, in confronto a sistemi terzi (Google ed altri), aumenta l'affidabilità e rende preferibile l'uso del GeoPortale da parte del cittadino.
  • La possibilità di mettere a disposizione interfacce di consultazione, funzionalità e dati in maniera diversificata per gli utenti in base ai loro dati di accesso permette di segmentare l'utenza e soddisfare in maniera puntuale le esigenze di specifiche categorie di utilizzatori del Geoportale.
  • L'integrazione del GeoPortale con il sistema di autenticazione già in uso presso l'Ente o mediante gli stessi account che gli utenti utilizzano sui più diffusi social network (Facebook, Google ecc.) semplifica l'accesso alle funzionalità avanzate del sistema, fidelizza gli utenti ed favorisce la popolarità del sistema.
  • La facilità di consultazione delle mappe e la qualità dei risultati delle ricerche fanno si che l'utente sia invogliato a tornare a visitare il sito ed utilizzarlo.
  • La possibilità di scaricare i dati, la chiarezza delle regole sulle licenze d'uso o sui costi rendono attendibile il servizio offerto e ne favoriscono la popolarità.
  • L'interoperabilità del sistema:
    a) rende fruibili in sistemi di terzi i dati ed i servizi erogati dal Geoportale;
    b) rende usabili nel Geoportale dati e servizi di terzi che così possono trovare nel GeoPortale una piattaforma di riferimento per l'utilizzo di informazioni geografiche.
Ci sono altri punti di forza che normalmente andrebbero valorizzati?


Analisi SWOT di un Geoportale
Punti di Forza Punti di Debolezza
Opportunità Minacce

I punti di debolezza di un Geoportale

Vediamo adesso, proseguendo la nostra Analisi SWOT di un Geoportale, quali sono i punti di debolezza e le aree critiche su cui bisogna intervenire per assicurarne il successo.
  • Alcune funzionalità del GeoPortale sono molto specialistiche e settoriali e possono disorientare l'utente.
    Occorrerà quindi monitorare nel tempo le modalità d'uso del geoportale da parte dei diversi profili d'utenza per soddisfare in maniera più puntuale possibile le differenti esigenze e creando diverse modalità di accesso ai dati o ai servizi erogati dal GeoPortale.
  • Le prestazioni del GeoPortale possono dipendere da quelle di data provider esterni.
    Sarà quindi opportuno verificare periodicamente i report relativi alle prestazioni dei servizi e dati erogati da provider esterni, per porre in essere tutte le azioni necessarie ad evitare che tali inefficienze possano pregiudicare l'affidabilità del GeoPortale stesso.
  • Per quanto sofisticati siano gli strumenti di ricerca messi a disposizione dal GeoPortale, non tutti gli utenti potrebbero riuscire a trovare ciò che cercano.
    Per ridurre al minimo queste occorrenze è importante da un lato monitorare i risultati delle ricerche effettuati dagli utenti con l'obiettivo di ridurre al minimo i risultati nulli, e dall'altro rendere quanto più prossima al modo di pensare degli utenti la ricerca dei dati disponibili, ad esempio sfruttando le ontologie.
  • In assenza di ulteriori stimoli, l'esperienza di consultazione del Geoportale potrebbe limitarsi a visite saltuarie o isolate per l'utente, che una volta trovato (o non trovato) ciò che cerca, abbandona il sito web e non vi fa più ritorno.
    Per aumentare la visibilità dei dati e servizi offerti il Geoportale potrebbe proporre altri dati/servizi potenzialmente di interesse (es.:  "chi ha consultato questa mappa ha anche visto questi altri layers/servizi/dati.....") come fanno i portali di commercio elettronico o quelli che effettuano analisi comparative tra prezzi di vendita.
  • Su un sistema innovativo come il GeoPortale l'utente potrebbe aspettarsi di trovare servizi orientati alla costruzione delle città intelligenti (smart cities), che privilegino la sostenibilità, il sistema dei trasporti e la trasparenza nella governance. Per non disilludere tali attese sarà importante integrare sempre di più servizi che privilegino la gestione intelligente dell'energia, dell'acqua e dei trasporti, e che rendano trasparenti le politiche di governo del territorio.
Ci sono altri possibili punti di debolezza che andrebbero affrontati e risolti?


Analisi SWOT di un Geoportale
Punti di Forza Punti di Debolezza
Opportunità Minacce

Le opportunità per un Geoportale

Proseguiamo la nostra Analisi SWOT applicata ad un Geoportale, analizzando le attuali opportunità ed i fattori esterni che possono favorire il successo di una simile iniziativa.
  • Il proliferare di applicazioni web basate su mappe, come Google Maps e Bing Maps di Microsoft ha dimostrato le opportunità che scaturiscono dalla geolocalizzazione: ogni informazione, se collocata nello spazio geografico, può essere arricchita con nuove informazioni intrinseche nella sua localizzazione e nella relazione con gli altri oggetti che si trovano nelle sue vicinanze.
  • Il Geoportale può favorire la conoscenza del territorio, consolidando il ruolo degli Enti locali come principali “costruttori” dei dati e delle informazioni secondo gli standard riconosciuti.
  • La diffusione e l'uso degli OpenData può contribuire allo sviluppo economico ed industriale del territorio sollecitando le imprese innovative a sviluppare servizi ed applicazioni che facciano uso dei dati pubblici pubblicati dal Geoportale.
  • Rappresentando un punto unico d'accesso, il GeoPortale migliora il flusso delle informazioni che la precedente frammentazione e dispersione non ha favorito.
    La diffusione di dati e servizi effettuata tramite il GeoPortale aumenta inoltre la conoscenza e la condivisione delle informazioni necessarie alle attività istituzionali all'interno delle PA , permettendo così di limitare i costi per l’acquisizione e l’uso di dati e servizi già esistenti, e di razionalizzare i servizi erogati.
  • Il GeoPortale rappresenta un eccellente mezzo di promozione delle risorse di tipo territoriale, paesistico, ambientale ed energetico dell'area territoriale di riferimento, riuscendo così ad attrarre gli investimenti sul territorio ed aumentare la competitività dell'area stessa in termini di marketing territoriale.
Ci sono altri fattori che non abbiamo preso in considerazione?


Analisi SWOT di un Geoportale
Punti di Forza Punti di Debolezza
Opportunità Minacce

Le minacce per un Geoportale

Completiamo la nostra Analisi SWOT andando a vedere quali sono i fattori di mercato o sociali che possono minacciare il successo di un Geoportale.
  • Le risorse geografiche disponibili sul Geoportale rischiano di non avere la stessa visibilità di altri strumenti più grezzi (Google Maps, Bing Maps) e tuttavia maggiormente integrati con le piattaforme Sociali predisposte dagli stessi provider. La diffusione di applicazioni e nuove fonti informative che si basano sui dati e servizi messi a disposizione dal GeoPortale possono riuscire a colmare questo gap.
  • La visibilità e l'accettazione del Geoportale da parte dei cittadini può essere inficiata dall'uso sempre più diffuso di piattaforme "globali" come le Maps di Google e Bing (Microsoft) che tuttavia hanno lo svantaggio di non garantire l'accuratezza e l'aggiornamento che invece dovrebbero essere assicurate dall'ente di riferimento. Se il cittadino riesce ad apprezzare questo aspetto il Geoportale può diventare il punto di riferimento per la conoscenza geo-localizzata degli utenti.
  • Esiste il pericolo che le piattaforme "globali" di cui sopra possono essere viste come un nemico da combattere. Il Geoportale deve invece avere un chiaro posizionamento sul mercato, non fare la guerra ai vari Google ma diventarne un servizio complementare, promuovendo alleanze con questi soggetti e l'interscambio di dati e servizi.
  • E' richiesto un grosso sforzo da parte del gestore del Geoportale per assicurare il continuo aggiornamento della banche dati pubblicate dallo stesso e garantire l'efficienza del sistema, al fine di rafforzare il rapporto di fiducia con il cittadino.
  • L'evoluzione tecnologica che sta portando alla diffusione di terminali mobili (tablet, smartphones ecc.) può minacciare il ritorno sugli investimenti fatti con il geoportale se la sua tecnologia non viene adeguata velocemente alla fruizione mediante questi nuovi client.
  • Altri soggetti potrebbero sviluppare applicazioni verticali, basate sugli stessi dati forniti dagli stessi data provider del geoportale, offrendo funzionalità appetibili agli utenti e "scippando" così utenza al GeoPortale (ad esempio un portale del turismo?).
  • Altri soggetti potrebbero erogare servizi per le smart cities sfruttando basi informative messe a disposizione dalle PA e non valorizzate in modo appropriato dal Geoportale.
  • La comunicazione orientata agli utenti della PA ha finalità diverse ed usa canali diversi da quella destinata al cittadino, ai professionisti ed alle imprese. E' importante prevedere a livello organizzativi figure diverse per il responsabile della promozione interna alla PA e per quella esterna, con ruoli ben distinti e ben definiti ma coordinati tra loro.
Ci sono altri fattori che non abbiamo preso in considerazione?



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Punti di Forza Punti di Debolezza
Opportunità Minacce

lunedì 2 gennaio 2012

Dalla Puglia, il mio GeoRSS per Planet GIS Italia

L'avevo scritto nel mio racconto di Natale che questo 2012 sarebbe stato un anno entusiasmante per noi che operiamo in questo campo, ed ecco che puntuale da ieri sbuca fuori una bella novità: Planet GIS Italia.
E non una novità qualsiasi: questo aggregatore di news si posiziona da oggi, secondo me, come il punto di riferimento per la notizie geografiche italiane.

Siccome la descrizione di Andrea sul blog TANTO non mi ha convinto per niente :) provo a spiegare di che si tratta a parole mie, come se dovessi farlo capire a mia nonna:  
Planet GIS Italia è un sito web che raccoglie in tempo reale tutte le notizie e le novità prodotte in Italia e che riguardano la geomatica, i GIS e la geografia, e le posiziona geograficamente su una mappa: o in base alla loro provenienza, oppure "leggendo" le informazioni geografiche contenute nella notizia stessa.  

Siccome un esempio vale più di mille parole, vediamo come funziona: questo che segue è un estratto delle ultime notizie "geospaziali" recensite da Planet GIS Italia e lette dai diversi blog o siti di divulgazione italiani (incredibilmente c'è pure il mio):

from Planet GIS ITALIA


More news from Planet GIS ITALIA.
...e su questa mappa vediamo come le stesse informazioni sono distribuite spazialmente: 

from Planet GIS ITALIA


More news from Planet GIS ITALIA.

Interessante, no?
Una cosa che mi è piaciuta molto è la possibilità di scaricare un KML dinamico che permette di visualizzare la distribuzione geografica delle notizie in Google Earth o in un qualsiasi GIS.

Ci sono ovviamente una serie di implicazioni tecnologiche, nella modalità di produzione delle informazioni da parte di chi espone di feed RSS, che meritano d'essere approfondite e che certamente saranno da stimolo anche per noi di Planetek Italia.


Beh, gli amici di Tanto apprezzeranno sicuramente questo mio primo omaggio a Planet GIS Italia, sotto forma di post che contiene due riferimenti geografici nel titolo ed uno nel feed RSS...

Bel lavoro ragazzi! Avanti così.