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mercoledì 23 maggio 2012

L'importanza degli Open Data Geografici

La settimana scorsa ho partecipato al Forum PA a Roma ed ho fatto una full immersion nel mondo degli open data. Ho seguito con interesse le presentazioni del Formez e quelle del CSI Piemonte che hanno raccontato le proprie esperienze ed approfittato per "evangelizzare" il pubblico del Forum PA.

C'è stata anche una sessione curata da Giovanni Biallo (qui il PDF ed il Video) in cui si è parlato degli open GEO data. Peccato per il poco tempo che gli hanno concesso, perché i contenuti presentati da Biallo erano molto interessanti, a conferma che l'associazione OpenGeoData Italia sta facendo un ottimo lavoro, provando a indicare una direzione che gli enti pubblici italiani possano seguire, per esempio applicando le licenze d'uso creative commons senza inventarsi strane cose nuove, ed intervenendo puntualmente per segnalare incongruenze ed opportunità di miglioramento.
Le incongruenze si manifestano inevitabilmente quando, in questo momento di entusiasmo in cui tanti stanno partendo con iniziative legate agli open data, enti diversi finiscono per pubblicare gli stessi dati con condizioni di utilizzo diverse.
Tutti buoni motivi per supportare l'iniziativa di OpenGeoData Italia.

Non ho poi potuto fare a meno di notare come, in tutte le presentazioni fatte da gente che normalmente non ha niente a che fare con il mondo dell'informazione territoriale e della geomatica, l'attenzione riservata ai dati territoriali sia sempre alta. Per curiosità, dopo aver notato che sul sito americano Data.gov i geodati erano quelli con il più alto numero di download, mi sono fatto un giro sui siti italiani che pubblicano dati aperti ed ho avuto conferma che i dati territoriali, quando sono resi disponibili con licenze d'uso aperte, sono tra i più scaricati in assoluto. Ciò può sembrare un'ovvietà, perché il dato geografico può servire da riferimento per spalmarci sopra qualsiasi informazione di tipo statistico (pensate ai risultati elettorali). Per chi opera nel nostro settore però quest'osservazione deve far riflettere sulla domanda di dati aperti che evidentemente è fortemente presente a livello nazionale, pur se in maniera "latente", e di conseguenza alle grosse opportunità che da ciò possono scaturire per le aziende ed i professionisti che operano nel nostro settore.

In Planetek abbiamo avviato da tempo una riflessione su questo tema, anche a livello tecnologico. Mentre l'associazione OpenGeoData Italia si sgola affinché i dati vengano liberati dagli enti pubblici, noi lavoriamo per far si che, una volta resi disponibili questi dati con licenze di tipo open, si possano utilizzare al meglio e diventino quindi dati "a cinque stelle", secondo il paradigma di Tim Berners-Lee.

Con Sara Latte della Regione Emilia-Romagna abbiamo quindi presentato il lavoro che stiamo portando avanti, assieme agli amici e colleghi di Sinergis, affinché i dati territoriali di una IDT vengano convertiti in Linked Open Data Geografici e diventino quindi direttamente utilizzabili da applicazioni informatiche senza bisogno di interventi "umani", esprimendo così tutto il loro valore. Mi piace sottolineare che la soluzione che ci siamo inventati risolve anche i problemi legati al disallineamento tra portali di dati aperti e geoportali (come quelli citati da Biallo nella sua keynote) perché, essendo basata sui webservices standard OGC, assicura ad esempio che i dati territoriali che io trovo sul portale Dati.Emilia-Romagna.it siano esattamente gli stessi che trovo nel Geoportale dell'Emilia-Romagna, (senza duplicazioni, in coerenza con le logiche di INSPIRE) ma con in più la possibilità di usarli non solo come semplici dati (per esempio come shape file) ma anche come Linked Open Data Geografici.

Verso i Linked Open Data Geografici - Forum PA 2012