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martedì 27 settembre 2011

INSPIRE, una conferenza non basta

La scorsa settimana ho effettuato una "comunicazione di servizio", come l'ha chiamata il prof. Franco Vico, durante il workshop del progetto Plan4All che si è tenuto a Roma il 22 settembre.

I contenuti del mio intervento ricalcavano sostanzialmente quanto avevo già raccontato su questo blog qualche giorno prima, ma ribaltando il punto di vista.
Immaginiamo di essere nel 2019, e che oggi sia già il 17 dicembre: possiamo davvero immaginare che quel giorno tutti i dati territoriali italiani saranno stati armonizzati per renderli conformi alle implementing rules di INSPIRE?

La domanda è retorica, e certamente torneremo sulla questione spesso nei prossimi anni.
E' importante riflettere tuttavia su un paio di punti.

Innanzitutto l'osservazione dello stesso prof. Vico all'apertura dell'incontro, quando ha dato un paio di numeri: se questo processo di armonizzazione dei dati coinvolgerà 100.000 enti pubblici in tutta Europa, allora facendo un calcolo approssimativo in Italia saranno diverse migliaia gli enti coinvolti. Vico parlava di 6-7000 enti pubblici, un bel numero.
Se questa, come abbiamo già detto, rappresenta una grande opportunità per il mercato geospaziale italiano, c'è anche da chiedersi quanta sensibilità ci sia in giro rispetto a questa questione. E la risposta è che c'è poca attenzione, per vari motivi: io credo che ci sia una scarsa pressione "dall'alto", che si tratti di questioni oggettivamente difficili e molto tecniche, e che ci sia un processo in corso a livello europeo in cui l'Italia è stata abbastanza a guardare finora. Basta notare che c'erano pochissimi o nessun italiano tra tutti i gruppi di lavoro che hanno prodotto le bozze che attualmente sono oggetto della consultazione pubblica prima di diventare legge.
Eppure in Italia ci sono forti competenze, sia nella pubblica amministrazione che nell'industria, lo sappiamo.

L'altro paradosso è che, in uno scenario nazionale in cui le notizie su INSPIRE già circolano poco, un'opportunità come la conferenza AMFM viene trascurata, con un livello di partecipazione che certamente non ha premiato la qualità dei contenuti proposti (guardatevi le presentazioni dei vari relatori).
E poi la partecipazione alla conferenza era gratuita, accidenti! Io che mi lamento sempre quando eventi del genere sono a pagamento...
Era forse complicato raggiungere la sede dell'evento, perché quest'anno non si è tenuto nel centro di Roma come l'anno scorso, bensì ad Acilia? E' diventato oggettivamente sempre più complicato per chiunque spostarsi o farsi autorizzare lo spostamento? Con la crisi attuale ci sono altre priorità?
D'accordo, anche se credo che più di tutto abbia inciso quella scarsa sensibilità di cui parlavo prima.
Insomma, un'occasione mancata.

Il giorno dopo ripensavo a quali possono essere le maniere per coinvolgere più gente e far aumentare la consapevolezza e l'attenzione rispetto a questi temi, che sono attualissimi e sui quali non possiamo ammettere ulteriori ritardi. Mi è venuta qualche idea ma mi piacerebbe prima confrontarmi con voi per capire dove sta il problema, e cosa servirebbe davvero per superarlo.